|
LA RIPRODUZIONE
I piranha sono tra i rari
Caraciformi che praticano cure parentali paragonabili a quelle dei
Ciclidi. Diverse specie di piranha sono state riprodotte più o meno
occasionalmente negli acquari pubblici o, più raramente, da semplici
acquariofili: naturalmente Pygocentrus nattereri, ma anche S. gibbus e
S. rhombeus. Non si tratta certamente di un evento ordinario:
caratteristica comune a tutte le specie sembra infatti una tarda
maturità sessuale (2°-3° anno di vita), raggiunta quindi ad una taglia
già considerevole e che comporta uno spazio notevole per la formazione
delle coppie. Altri fattori importanti che influenzano positivamente la
riproduzione sono: un cambio d’acqua sostanzioso, dei valori di pH e
durezza medio-bassi (pH 7 e 8-10°dGH al massimo), una dieta varia e
abbondante dei riproduttori, la presenza di piante galleggianti con
fogliame e radici folti e robusti (come Pistia, Trapa ed Eichhornia)
tra i quali spesso avviene l’accoppiamento, che altre volte si osserva
invece presso il fondo, in buche scavate dal maschio. Quest’ultimo può
occuparsi in solitudine della cura e della difesa della prole (almeno
fino al riassorbimento del sacco vitellino) dopo aver scacciato la
femmina, oppure tollerare la sua compagna per almeno altre 24 ore (in
tal caso essa può collaborare con il partner), o ancora disinteressarsi
completamente di uova e avannotti, che in certi casi rischiano perfino
di venir divorati! Come si vede, un’ampia gamma di comportamenti
diversi se non contrastanti, che lasciano supporre una forte influenza
dei fattori ambientali sui riproduttori. Le uova sono comunque molto
numerose (in S. gibbus 800-1.200, in P. nattereri 500-1.000) e si
schiudono in 2-3 giorni: occorre però un’altra settimana prima che gli
avannotti nuotino liberamente e comincino a nutrirsi attivamente,
accettando fin dall’inizio naupli e metanaupli di artemia arricchiti,
piccoli copepodi vivi e surgelati, microworms e mangime liofilizzato
finemente sbriciolato. Nel giro di 2-3 settimane sono già pronti per
chironomi, tubifex, enchitrei, larve di zanzara, dafnie e artemie
adulte. Crescono rapidamente ma con estrema eterogeneità di taglia, per
cui il cannibalismo diventa una regola fin dai primi giorni di vita: è
del resto impensabile allevarne grandi numeri in spazi ristretti, i più
piccoli vanno dunque sacrificati o, in alternativa, smistati man mano
in vasche diverse nelle quali andrebbe mantenuta una certa omogeneità
nella taglia dei piranhetti, per evitare che i più grandi divorino i
più piccoli. Ma questo è compito soprattutto degli allevatori,
l’acquariofilo infatti dovrà fare i conti con le proprie disponibilità
di spazio che, con i piranha, non è mai troppo!
vai
avanti nella
lettura
|
|